MAGNUS (Roberto Raviola)

MAGNUS [RAVIOLA, ROBERTO; 1939-1996, Italia]

Appassionato lettore di fumetti (soprattutto del "venerato" Flash Gordon), diplomato alle Belle Arti (1961), dopo varie esperienze (insegnante di disegno, scenografo teatrale, grafico pubblicitario, illustratore per l'infanzia) debutta nel fumetto nel 1964 quando, in coppia con Luciano Secchi (sceneggiatore, in arte Max Bunker), realizza alcuni dei "neri" all'italiana -in formato pocket- che tanta influenza avranno nell'evoluzione del costume di quegli anni: Kriminal (1964), Satanik (1964), Dennis Cobb Agente SS018 (1965), Gesebel (1966). Con Maxmagnus (1968) i due fanno le prove sul genere comico, che si realizza compiutamente in Alan Ford (1969), commedia all'italiana ricca di satira e ironia che riscuote un successo strepitoso. In questo periodo Magnus arriva a disegnare fino a 500 tavole al mese.

Nel 1975 Magnus interompe il sodalizio con Bunker e, per sfuggire alla produzione intensiva, debutta come autore completo con Lo Sconosciuto, avventure di un ex-mercenario stanco e disilluso che fanno discutere per il realismo e le esplicite scene di violenza e di sesso, dal disegno curatissimo.

Nel 1977 con La Compagnia della Forca Magnus riprende un tono più brillante adatto al grosso pubblico. Il segno è di nuovo grottesco-umoristico, ma il tema dominante è l'avventura. Magnus si avvale (come già da tempo su Alan Ford) delle chine di Giovanni Romanini. Nel 1978 escono I Briganti, una storia popolare cinese trasposta in chiave fantascientifica. In "Vendetta Macumba" (1979, testi di Ennio Missaglia) l'autore inizia ad abbandonare parte degli stereotipi del suo disegno e spinge su inedite sperimentazioni sull'uso del bianco e nero. Nel 1979 nasce Milady, storia fantascientifica con una protagonista femminile, dallo stile ancora in evoluzione.

Il rinnovamento stilistico giunge a compimento con Necron (1981, testi Ilaria Volpe), un tascabile inserito in una collana per adulti, in cui inventa una ligne claire priva dei tradizionali neri a lui tanto cari. Il disegno ha il compito, difficilissimo, di sdrammatizzare situazioni altrimenti raccapriccianti e/o meramente pornografiche.

Seguono varie riprese, come I Briganti, o Lo Sconosciuto (personaggio di punta di ORIENT EXPRESS, forse la più bella rivista fumettistica italiana), entrambi però affrontati in forma "distaccata".

Ma già da qualche anno Magnus risente dell'influenza della cultura orientale e questa esplode ne "Le 110 pillole" (1985), un'opera erotica di grande eleganza, che sfoggia un disegno coltissimo e raffinato, ma che fa discutere per le molte scene esplicite. Su questa linea si situa anche l'opera che racchiude in sé la sintesi di tutta la "poetica" della maturità di Magnus, "Le femmine incantate" (1987), episodi brevi ispirati da un testo cinese, ricchissimi sia dal punto di vista narrativo, che da quello del disegno, curato fino alla maniacalità.

Nel 1988 Magnus accetta di disegnare un Albo Speciale di Tex (o texone, su testo di Nizzi). La cura maniacale del disegno, interrotto più volte da altri lavori, farà sì che l'opera veda la luce solo nel 1996, quando il Maestro è deceduto già da qualche mese.

I lavori di questi anni sono caratterizzati da una vena didascalica-illustrativa con opere come "Lunario" (1994), o "Il Principe nel suo giardino". Magnus debutta anche come sceneggiatore con "Le avventure di Giuseppe Pignata" (1993), disegnate da Sergio Tisselli.

La morte ne interrompe la carriera lasciando incompiuti numerosi progetti.

Personaggio chiave del fumetto italiano, Magnus ha saputo elevarsi al di sopra della querelle tra fumetto "popolare" e "d'autore", infuenzando col suo segno personalissimo una folta schiera di giovani autori.