L'OCCHIO DEL LUPO

La madre di Masumi era una geniale scienziata. La sua più grande invenzione, un misterioso veicolo chiamato Noah, avrebbe dovuto essere una risorsa per il progresso dell'umanità; ma, come troppo spesso capita, le più grandi risorse finiscono nelle mire di uomini potenti e senza scrupoli, e vengono trasformate in strumenti bellici o di coercizione. Ma Masumi non ci sta, ed è determinata a reimpossessarsi di Noah ad ogni costo.
Satsuki è una ragazza come tante, e anche quando si trasferisce con la famiglia in una nuova città non ha problemi a fare amicizia con le nuove compagne di classe. Ma, in realtà, non riesce ad aprir loro il suo cuore fino in fondo. Il suo amico Pico, di cui va tanto fiera, non è altro che un serpente, che la ragazza tiene come animale domestico. Diversamente da quanto si potrebbe credere, Pico è assolutamente innocuo, e la convivenza con la sua padrona procede nel migliore dei modi. I preconcetti, però, sono duri da superare, e questo Satsuki lo sa bene: per questo custodisce gelosamente il suo segreto. E infatti, quando le sue due nuove amiche vanno a farle visita a sorpresa, la situazione sfugge di mano.
Nella terza e ultima storia, assistiamo alla discesa negli Inferi di un comune padre di famiglia, la cui moglie viene brutalmente uccisa durante una rapina. Gli anni passano, ma le ferite non guariscono, e in un mondo corrotto e violento raffigurato con tratti marcatamente milleriani, l'unica soluzione è cercare giustizia e vendetta con le proprie mani. Ed è così che, senza indossare maschere, il nostro novello Bruce Wayne/Frank Castle si cala nei panni del giustiziere. Il suo nome? "L'occhio del lupo".
Yuji Iwahara è ormai un nome noto anche in Italia, grazie soprattutto al grande successo di King of Thorn, ma anche per il chara design di Darker Than Black e per opere come Cat Paradise e Koudelka. Uno dei pochi autori ugualmente amati da pubblico e critica, Iwahara sfoggia un'incredibile originalità sia grafica che narrativa. Il suo tratto è piacevole e minuzioso, ricco di tratteggi e chiaroscuri, e fonde armoniosamente gli stilemi classici dello "stile manga" con tendenze estetiche provenienti dal comics americano, dalla fantascienza francese anni settanta e, perché no, da suggestioni brecciane dal sentore sudamericano.