Il più grande classico della letteratura per ragazzi
nell'interpretazione di un gigante dell'illustrazione
"E così decisi di andare in campagna, a casa dei miei nonni. La pianura
del Po, ecco la mia America ed ecco il mio Mississippi; e diventai Huck,
il ragazzino che giocava ai banditi con gli amici e che si sdraiava per
terra quand'era stanco per contemplare il giorno che finiva tra i grilli e le
fette di cocomero…
Sapevo che Huckleberry Finn era considerato il primo romanzo
americano moderno, sia per la struttura on the road sia per la lingua
diretta, parlata. Cominciai a leggerlo e lo amai immediatamente perché
ci ritrovavo quello spirito di evasione e di libertà, quella ricerca di un
vivere che rifugge le convenzioni sociali. Ed era quello che mi piaceva
degli scrittori della beat generation, di Kerouac in particolare. Iniziai a
documentarmi sull'America povera, contadina, fatta di fango e acqua.
Ciò che amavo della storia era la dimensione del viaggio, i rarissimi
cavalli, e la presenza del fiume. Raccolsi numerosi libri sui battelli del
Mississippi. Ero affascinato dall'atmosfera del western, con i cowboy, con
i pistoleri –adoravo quelli dai grandi baffi, dai cappelli a punta, pelosi,
grotteschi come quelli di Robert Altman e completamente diversi da
quelli di John Wayne. Le barbe irsute, i lunghi spolverini, le pesanti
pistole, i pantaloni larghi e sfondati di Sergio Leone erano altri punti di
riferimento. Le grandi bevute e la violenza gratuita, i vagabondi senza
meta che suonano il banjo, un western hippy insomma, da circo, tra
fango e pioggia, con pochi ideali e molta autoironia. Tutto questo è
servito per Huckleberry Finn, e anche se alcuni dei personaggi non sono
poi entrati nel fumetto, ho voluto tuttavia gli facessero compagnia nel
libro. È un libro importante per me, una tappa della mia carriera. Ma ciò
che spero davvero è di far scoprire a nuovi lettori un capolavoro della
letteratura, e di far nascere in loro il desiderio di leggere l'originale."
Lorenzo Mattotti
"Non separarti dalle illusioni. Quando se ne saranno andate, può darsi
che tu ci sia ancora, ma avrai cessato di vivere"
Mark Twain
nell'interpretazione di un gigante dell'illustrazione
"E così decisi di andare in campagna, a casa dei miei nonni. La pianura
del Po, ecco la mia America ed ecco il mio Mississippi; e diventai Huck,
il ragazzino che giocava ai banditi con gli amici e che si sdraiava per
terra quand'era stanco per contemplare il giorno che finiva tra i grilli e le
fette di cocomero…
Sapevo che Huckleberry Finn era considerato il primo romanzo
americano moderno, sia per la struttura on the road sia per la lingua
diretta, parlata. Cominciai a leggerlo e lo amai immediatamente perché
ci ritrovavo quello spirito di evasione e di libertà, quella ricerca di un
vivere che rifugge le convenzioni sociali. Ed era quello che mi piaceva
degli scrittori della beat generation, di Kerouac in particolare. Iniziai a
documentarmi sull'America povera, contadina, fatta di fango e acqua.
Ciò che amavo della storia era la dimensione del viaggio, i rarissimi
cavalli, e la presenza del fiume. Raccolsi numerosi libri sui battelli del
Mississippi. Ero affascinato dall'atmosfera del western, con i cowboy, con
i pistoleri –adoravo quelli dai grandi baffi, dai cappelli a punta, pelosi,
grotteschi come quelli di Robert Altman e completamente diversi da
quelli di John Wayne. Le barbe irsute, i lunghi spolverini, le pesanti
pistole, i pantaloni larghi e sfondati di Sergio Leone erano altri punti di
riferimento. Le grandi bevute e la violenza gratuita, i vagabondi senza
meta che suonano il banjo, un western hippy insomma, da circo, tra
fango e pioggia, con pochi ideali e molta autoironia. Tutto questo è
servito per Huckleberry Finn, e anche se alcuni dei personaggi non sono
poi entrati nel fumetto, ho voluto tuttavia gli facessero compagnia nel
libro. È un libro importante per me, una tappa della mia carriera. Ma ciò
che spero davvero è di far scoprire a nuovi lettori un capolavoro della
letteratura, e di far nascere in loro il desiderio di leggere l'originale."
Lorenzo Mattotti
"Non separarti dalle illusioni. Quando se ne saranno andate, può darsi
che tu ci sia ancora, ma avrai cessato di vivere"
Mark Twain
Formato:
28X19.5
Pagine: 136
Colore: Colore
Caratteristiche: Cartonato
Pagine: 136
Colore: Colore
Caratteristiche: Cartonato
Disegnatore | Sceneggiatore |
MATTOTTI Lorenzo | TETTAMANTI Antonio |
TWAIN Mark |