Il genio di Jason, già venuto alla ribalta l'anno scorso con il toccante "Ehi, aspetta…", torna in questa nuova raccolta di racconti di varia lunghezza, che hanno un solo elemento in comune: sono tutte storie senza parole.
Le tematiche care a questo autore norvegese (l'amore, la morte, il distacco, la solitudine) tornano prepotenti in queste dieci schegge che riescono a emozionare anche solo grazie alla costruzione delle storie, al surrealismo che le infonde e al sentimento che traspare.
La capacità di raccontare è ancora più forte rispetto al libro precedente, tanto che le parole risultano davvero inutili di fronte a tale maestria nella narrazione.
Le tematiche care a questo autore norvegese (l'amore, la morte, il distacco, la solitudine) tornano prepotenti in queste dieci schegge che riescono a emozionare anche solo grazie alla costruzione delle storie, al surrealismo che le infonde e al sentimento che traspare.
La capacità di raccontare è ancora più forte rispetto al libro precedente, tanto che le parole risultano davvero inutili di fronte a tale maestria nella narrazione.